Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione». (Lc 11,1-4)

“Signore insegnaci a pregare”, spesso ci troviamo in difficoltà quando proviamo a metterci in intimità con Gesù perché non sappiamo cosa o come chiedere. Il ricco tesoro della Tradizione della Chiesa ci consegna una moltitudine di “modi” con i quali possiamo entrare in dialogo con Gesù attraverso lo Spirito. Conosciamo la preghiera di lode, quella di intercessione, la preghiera silenziosa magari vissuta davanti a Gesù eucarestia nell’adorazione, la preghiera attraverso la lettura e meditazione della Parola, la preghiera litanica (rosario, etc.). Sopra tutte c’è la preghiera liturgica che è quella comunitaria che viviamo in modo particolare la domenica. È, per assurdo, la preghiera alla quale facciamo meno caso e difficilmente ci ricordiamo per cosa abbiamo pregato insieme ai nostri fratelli e sorelle. Dovremmo imparare soprattutto in questo tempo di avvento a prendere in mano i testi che utilizziamo nella liturgia in particolare nella messa perchè sono preghiere frutto non di un solo cuore ma di milioni di cuori che nel corso della storia come singole gocce d’acqua hanno levigato queste gemme preziose di fede e di preghiera. Come posso essere gioioso nella preghiera se oggi è una giornata no? Usando non le mie parole ma quelle della chiesa, che non è quella società per azioni che vogliono dipingere i giornalisti o chi per loro, ma la Sposa che attende con trepidante amore il suo Sposo!

Un esempio di questa bellezza e profondità sono le Antifone maggiori dell’Avvento

«O Sapienza, (17 dicembre)
che esci dalla bocca dell’Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.

O Adonai, (18 dicembre)
e condottiero di Israele,
che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge:
redimici col tuo braccio potente.

O Radice di Jesse, (19 dicembre)
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci,
non fare tardi.

O Chiave di David, (20 dicembre)
e scettro della casa di Israele,
che apri e nessuno chiude,
chiudi e nessuno apre:
vieni e libera lo schiavo
dal carcere,
che è nelle tenebre,
e nell’ombra della morte.

O Astro (Oriens) , (21 dicembre)
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre,
e nell’ombra della morte.

O Re delle Genti, (22 dicembre)
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l’uomo,
che hai plasmato dal fango.

O Emmanuel,(23 dicembre
nostro re e legislatore,
speranza delle genti,
e loro Salvatore:
vieni e salvaci,
Signore, nostro Dio.»

24 dicembre ERO CRAS! Domani sarò lì!

PER APPROFONDIMENTO:

La celebrazione domenicale è significativa per la mia vita o ne posso fare a meno?

Avverto di più la presenza di Gesù nella peghiera solitaria o nel condividerla con i miei fratelli?

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