«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.  Mt16, 16

State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito. 1 Tes 5, 16-19

Siamo oramai alle porte del grande incontro con papa Francesco. Incontrare il papa in questa circostanza particolare ci ricorda innanzitutto due cose: 1) Siamo Chiesa. Siamo una comunità di peccatori che per grazia siamo stati salvati e redenti dall’amore di Gesù. Il papa è il segno visibile dell’unità di questa famiglia diffusa su tutta la terra, è il successore di Pietro, la roccia fragile su cui Gesù ha voluto che fosse costruita la sua Chiesa. Il papa come pastore ci guida e ci esorta nel cammino della fede. 2) Siamo cellule ed evangelizzatori. Ogni battezzato è chiamato ad essere annunciatore del vangelo. Noi in modo particolare abbiamo scelto il metodo delle cellule per tentare di rispondere a questa chiamata che Gesù ci rivolge.

Il metodo della cellula si basa sulla “scala”, dei passaggi che facilitano l’annuncio del vangelo ad un fratello che ancora ne è lontano: preghiera; servizio; condivisione; spiegazione; mandato e affidamento; coinvolgimento in cellula; dalla cellula alla parrocchia.

Alla base di tutto c’è la preghiera. La preghiera attira su di noi lo sguardo del padre. Sguardo di cui abbiamo bisogno per entrare in quelle profondità misteriose nelle quali lo Spirito Santo riposa in noi, abbiamo bisogno, come diceva san Serafino di Sarov di raggiungere attraverso la preghiera “l’acquisto” dello Spirito, che in fondo è il vero fine della vita cristiana. Non si può evangelizzare senza l’aiuto dello Spirito che dobbiamo incessantemente e necessariamente invocare con insistenza nella preghiera di lode, nell’ascolto della Parola di Dio, nell’adorazione silenziosa ed Eucaristica…

 L’evangelizzazione non sarà mai possibile senza l’azione dello Spirito Santo. Su Gesù di Nazareth, lo Spirito discende nel momento del battesimo, quando la voce del Padre… Le tecniche dell’evangelizzazione sono buone, ma neppure le più perfette tra di esse potrebbero sostituire l’azione discreta dello Spirito. Anche la preparazione più raffinata dell’evangelizzatore, non opera nulla senza di lui. Senza di lui la dialettica più convincente è impotente sullo spirito degli uomini. Senza di lui, i più elaborati schemi a base sociologica, o psicologica, si rivelano vuoti e privi di valore…Si può dire che lo Spirito Santo è l’agente principale dell’evangelizzazione: è lui che spinge ad annunziare il Vangelo e che nell’intimo delle coscienze fa accogliere e comprendere la parola della salvezza . Ma si può parimente dire che egli è il termine dell’evangelizzazione: egli solo suscita la nuova creazione, l’umanità nuova a cui l’evangelizzazione deve mirare, con quella unità nella varietà che l’evangelizzazione tende a provocare nella comunità cristiana. ( Evangelii Nuntiandi 75)

PER APPROFONDIMENTO

  • Nel mio essere cristiano mi sento parte di una famiglia più grande che è la Chiesa oppure riesco a sentirmi vicino a Gesù ma non alla Chiesa?
  • Il tuo essere evangelizzatore passa per la preghiera. Preghi mai perchè Gesù ti conceda la grazia di arrivare al cuore dei fratelli?
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