Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepolie, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

(Gv 1, 35-39)

L’incontro con Gesù è un “colpo di fulmine” per i primi discepoli, il momento in cui il Signore della vita ha fissato su di loro il proprio sguardo è inciso nel loro cuore.

Nel percorso della mia chiamata questo vangelo mi ha messo profondamente in crisi perché guardando la mia storia non riuscivo ad individuare le mie “quattro del pomeriggio”. Ero arrivato al punto di voler abbandonare il seminario quando, il mio padre spirituale mi ha preso per mano e mi ha fatto comprendere che il mio amore per Gesù non era frutto di un “colpo di fulmine” ma di un corteggiamento che Lui giorno dopo giorno mi ha rivolto. Una amore che è con noi fin dalla nostra origine «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni» (Ger 1, 5) .

Gesù mi ha chiamato e ci chiama giorno dopo giorno nella mia vita di ogni dì, Gesù chiama nella mia quotidianità, nel mio andare a scuola, nel mio andare al catechismo, nel mio andare la messa la domenica, nel mio lavoro, nella mia casa, nel mio marito, nella mia moglie, nei miei figli, nei miei amici. Ogni suo dono è una chiamata all’amore per dare a mia volta amore, ad incominciare dal mio prossimo, dal mio oikos.

Gesù, aiutami a diffondere ovunque
il tuo profumo, ovunque io passi.
Inonda la mia anima del tuo Spirito
e della tua vita.
Invadimi completamente e
fatti maestro di tutto il mio essere
perché la mia vita
sia un’emanazione della tua.

Illumina servendoti di me
e prendi possesso di me a tal punto
che ogni persona che accosto
possa sentire la tua presenza in me.
Guardandomi, non sia io a essere visto,
ma tu in me

Rimani in me.
Allora risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da luce per gli altri.
Ma questa luce avrà la sua sorgente
unicamente in te, Gesù,
e non ne verrà da me
neppure il più piccolo raggio:
sarai tu a illuminare gli altri
servendoti di me.

Suggeriscimi la lode che più ti è gradita,
che illumini gli altri attorno a me:
io non predichi a parole
ma con l’esempio,
attraverso lo slancio delle mie azioni,
con lo sfolgorare visibile dell’amore
che il mio cuore riceve da te.
Amen.

( San John Henry card. Newman)

PER APPROFONDIMENTO

  • E tu come hai incontrato Gesù? È stato un “colpo di fulmine” o una incontro nelle pieghe del vivere quotidiano?
  • Il tuo essere ministro dell’evangelizzazione in cellula, il tuo essere chiamato ad amare, lo senti come un peso o una gioia? Perchè?
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