Vi leggo questo brano in una chiave tutta diversa…

Voi ricordate le altre prediche: Gesù è luce, nella preghiera si fa esperienza di Gesù luce, non si può stare con Gesù sulla croce se non si è fatta esperienza che è luce, la quaresima tempo di preghiera, tempo di stare con Gesù sul monte… ecco fissate tutto questo ricordando le prediche passate…

Ma ora prendiamo il Vangelo da un altro lato:

  • se Pietro Giacomo e Giovanni non fossero stati li non avrebbero visto quella luce… anche quì già sentito.
  • Se Pietro Giacomo e Giovanni, non fossero stati lì la loro pelle non sarebbe stata colpita da quella luce.
  • Sappiamo che non si può stare al sole senza abbronzarsi, non ci si può abbronzare senza stare al sole. La pelle dei 3 è stata abbronzata da quella luce, i loro vestiti e i loro corpi sono stati scaldati da quel calore, resi visibili.
  • Qualcosa di Gesù in quell’esperienza è entrato in loro. 
  • Fermatevi un attimo: riconoscete che qualcosa di Gesù è entrato nei discepoli presenti, come anche nella natura circostante, tanto che si va ancora oggi a incontrare il monte Tabor!
  • Noi possiamo avere un immagine di noi stessi come quella di un essere che finisce con la mia pelle: la mia pelle è il confine del mio essere: nulla di fuori può entrare e nulla di dentro può uscire.
  • Ma la mia pelle è porosa!! La mia pelle non mi separa dal mondo.
  • Sono stato tentato di andare a studiare la pelle, sapendo che l’anima e il corpo hanno strutture simili, perché una è l’estensione dell’altro e la sua manifestazione, ma ho resistito. Noi siamo esseri porosi: il mondo ci entra dentro attraverso la pelle del corpo e quella dell’anima (che poi è il corpo)
  • Quanto è importante allora la qualità delle relazioni che viviamo?
  • Se da esse dipende chi sono e chi sarò, quanto sono importanti?
  • Tutti sappiamo che un bambino sarà diverso se avrà una mamma e un babbo maturi o se ne avrà si immaturi. Ma lo stresso vale anche dopo e per sempre: le persone che frequenti emanano varie tonalità di luce che tu con la tua pelle porosa assorbi e ti formano. 
  • Esattamente come tu formi gli altri con il tuo tono di luce: non esiste solo chi sono io e chi sei tu, ma esiste anche chia siamo noi, e questo lo costruiamo tutti insieme, con ciò che trasmettiamo nei pori dell’anima dell’altro.
  • Forti di questa riflessione torniamo al vangelo: 
  • Se i 3 non avessero detto di si, anni prima, all’invito di Gesù  di seguirlo non avrebbero fatto quell’esperienza, ma ancor di più:
  • Se Gesù non li avesse tra le migliaia seguivano Gesù quando ne scelse 12 non avrebbero fatto quell’esperienza. Tra questi pochi eletti poi ne scelse solo loro tre. Gli elettissimi!
  • Gesù porta i suoi prescelti in un posto particolare, sul monte Tabor, un posto bello, una collina dalla forma particolare.. e li sta con i suoi tre.  C’è per loro o c’è per se stesso? È lì per adempiere una tappa del cammino dei suoi, cioè come maestro? O è lì per stare sereno con i suoi amici più stretti?
  • Penso tutti e due…
  • Quindi è anche lì per se stesso. E lì toglie ogni maschera, e li è semplicemente se stesso, e li è bambino, e li è luce. È un momento di grande intimità.
  • E i 3 ne godono, se ne nutrono, si scaldano, sono momenti che uniscono per sempre… la luce che emana Gesù in quel momento è tantissima. è armonia, è un senso di benessere, è come se il mondo fosse risolto.
  • Ma anche la pelle di Gesù è porosa, anche per Gesù il corpo è la pelle della sua anima! Anche per Gesù il suo corpo è la manifestazione e l’estensione della sua anima: anche Lui riceve dai 3… meno? Molto meno? Moltissimo meno di quello che da? Sono d’accordo, ma anche lui riceve!
  • Anche Gesù è ristorato, rigenerato, la sua mente sta scaricando un sacco di stanchezza, di fatica… è con tre amici con cui sta bene, con cui non deve faticare per stare con loro, non deve stare attento alle parole che dice, sa che non sarà frainteso. 
  • è la bellezza di stare solo ed esclusivamente con chi ama di amicizia particolare e con cui si sente libero di essere se stesso ed accettato fino in fondo.
  • Potremmo dire che si sente a casa, lui che casa non ne ha.

Gesù ci da qui una lezione sulla relazione: 

Ricordati che tutti quelli che incontri, tutti quelli con cui ti metti in relazione ti entrano dentro. 

Non puoi stare sempre con chiunque! Non ti dico che devi scegliere le amicizie, perché un amicizia, come l’amore non si sceglie, ma è un dono che solo si può accogliere. L’amicizia e l’amore per una persona appartengono all’ordine della grazia: non puoi dire domani mi innamoro di… domani divento amico di… Ma quando intravvedi il dono non fuggire: accoglilo… ne hai bisogno, è grazia.

Non è vero che il buon cristiano non fa differenza di persone: basta con questa mentalità che il cristiano è o un somaro che non conosce le regole della vita o un supereroe che in nome del vangelo può vivere al di sopra delle regole della vita. 

Il cristiano ha bisogno di amici, ha bisogno di un posto dove sentirsi a casa, persone che quando è con loro è a casa.

E quando va nel mondo, e quando serve, e quando lavora, e quando cammina per le strade allora è per tutti e tutti sono uguali… ma nel suo cuore deve avere qualcuno di speciale! 

Riconosci che hai bisogno di un tempo per stare con chi ami, con chi puoi essere bambino, piccolo, pieno di vita e di allegria…. Un tempo in cui sei ristorato dalla luce di chi ti ama e ami, un tempo in cui togli tutte le maschere che giustamente devi mettere: quella dell’operaio, del professore, dell’imprenditore, del rappresentante, del commerciante, del confidente, del figlio, del genero, del suocero… un tempo e un luogo in cui sei semplicemente tu.

Grazie Gesù che anche oggi ti sei fatto maestro di vita.

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